By Angelo Diego Bertini
15 Marzo 2019
Non lasciatevi ingannare dal termine “trasformazione digitale”. I profondi cambiamenti che i leader aziendali vivono quotidianamente sono resi possibili dalla tecnologia digitale, ma si basano sulla revisione del modo di lavorare, dei processi e soprattutto sul cambiamento delle abitudini ed attitudini delle persone e sull’empatia che si riesce a creare intorno ai progetti. La trasformazione digitale è tecnologia, ma anche cambiamento sociale, è innovazione che impatta e si scontra con le persone, il loro modo di vivere e la capacità di adeguarsi.
Per esempio, il successo di UBER senza l’accettazione della modalità del servizio da parte degli utenti, senza il loro atteggiamento di fiducia che li fa’ salire a bordo di un’auto guidata da uno sconosciuto, senza licenze ufficiali, senza sapere del rischio che si può correre, non avrebbe potuto realizzarsi.
Anche per AIRBNB, come sarebbe stato possibile il successo se le persone che affittano non fossero state disposte ad accogliere sconosciuti nelle loro case, parte delle loro vite e senza che gli utenti fossero disposti ad andare a dormire nel letto di altri, sconosciuti?
Quindi il tema non è solamente tecnologico, ma è fortemente legato alla capacità delle persone di apprezzare ed accettare il cambiamento che le tecnologie offrono ed il successo delle iniziative di “digitalizzazione”, può venire solo dalla interazione positiva tra strumenti, idee, ideali e quindi persone.
Parte della sfida che deve essere affrontata dai leader aziendali nella progettazione ed esecuzione di progetti di digitalizzazione, è indubbiamente insita nella conoscenza e competenza approfondita sulle tecnologie abilitanti necessarie, da individuare tra almeno una dozzina di diverse possibilità, diverse una dall’altra.
Internet of Things, intelligenza artificiale, realtà aumentata, ognuna di tali tecnologie, ad esempio, ha diverse applicazioni ed impatto in diversi settori dell’economia e tutte contribuiscono alla creazione di un sistema, ambiente o piattaforma nella quale devono agire, interagire ed integrarsi in una logica di servizio a valore reale ed efficace per il proprio cliente.
Non esistono di fatto manuali generali, che aiutino alla realizzazione delle iniziative digitali, ma i percorsi devono essere personali, personalizzati e frutto di una analisi approfondita sulla propria situazione, sulla situazione di mercato, sui propri concorrenti e sulle potenzialità da esplorare e sui pericoli da prevenire.
Nella attuazione del proprio processo di trasformazione digitale, è necessario seguire un percorso che partendo dalla analisi della propria situazione e della situazione di mercato in cui si opera, porta alla identificazione e poi alla realizzazione dello stesso percorso. Nello sviluppo dei propri progetti, si attraversano varie fasi, tra le quali possiamo identificare le seguenti 4:
Identificazione di una propria Visione Strategica, ovvero dove sono oggi e dove voglio essere tra 5, 10 anni?
Definizione di un proprio Modello di Business, ovvero quali sono i vantaggi concreti che i clienti possono avere dalla propria proposta? ed ancora, chi sono esattamente i nostri potenziali clienti? quali bisogni reali hanno? dove sono? come li troviamo?
Individuare quali sono i Fattori di Supporto necessari al progetto, ci sono in azienda? Quali sono le lacune da colmare? Quali tecnologie utilizzare?
Definizione della modalità di Conduzione e realizzazione del progetto, ovvero come gestiamo il cambiamento? come operiamo per convincere e coinvolgere tutta l’organizzazione nel progetto? come convinciamo il mercato della validità nostro progetto?
L’evoluzione tecnologica e lo sviluppo che viene da essa reso possibile, avanza con una velocità difficile da governare e che rende molto difficoltoso individuare con chiarezza quale sarà la società, il mondo, il nostro mercato in un futuro, anche non molto lontano.
Per chi deve gestire le aziende, viene a mancare un paradigma storico, su cui tutti si sono basati, quello per cui si sviluppano piani sulla base di previsioni, di scenari visibili, spesso basati sulla serie storica (passata) che si stà attraversando.
Qualche anno fa’, chi voleva investire nello sviluppo di autovetture, poteva trovare degli scenari futuribili, visionari ed innovativi, ma certamente poteva contare su un profilo di medio periodo ancora governato dalle linee di tendenza che si stavano attraversando, ben delineate, con pochi rischi di sbagliare.
Oggi, chi può dire con certezza come sarà lo scenario del mercato automobilistico nei prossimi pochi anni?
Motori a combustione? Elettrici? Ibridi? Ancora di proprietà personale o condivisa? Guidate da chi? Quali dimensioni? Quali esigenze avranno gli utilizzatori tra 3 anni?
Lo scenario che emerge, pur esaminato in maniera superficiale, appare con molte incertezze, quindi con molti rischi, ma anche con molte opportunità di occupare spazi di mercato di nuova generazione, dove la presenza consolidata potrebbe non solo non essere un vantaggio, ma addirittura diventare un ostacolo ed una inerzia determinante.
Cambiano i paradigmi. Il mercato delle auto probabilmente diventerà sempre più il mercato della mobilità personale, ambito che deve essere affrontato con prospettive differenti rispetto a quelle precedenti.
Quindi, dal punto di vista dei leader delle aziende, come possono crescere e progredire se non si conosce lo scenario futuro? Come è possibile programmare investimenti, piani industriali, senza avere chiare le prospettive? Come agire quindi in un ambito di sempre maggiore complessità ed incertezza?
Certamente bisogna considerare la possibilità di rivedere i modelli organizzativi verso una maggior reattività e flessibilità, cercare di ragionare basandosi su una visione anche lontana, ma orientandosi a pianificare progetti da sviluppare nel breve-medio periodo, valutando l’evoluzione complessiva del mercato, delle tecnologie, delle proprie competenze e del proprio posizionamento.
Quindi provare ad immaginare il futuro delle organizzazioni, generato da sogni e visioni, ma agire poi sforzandosi di identificare quali sono quei 3, 4 steps, azioni, iniziative che possono far muovere l’organizzazione verso il futuro immaginato e capire se la direzione rimane quella giusta o se servono correzioni, ripensamenti, affinamenti.
Per operare in queste condizioni è necessario mantenere una visione precisa ed un controllo diretto delle leve che governano lo sviluppo dei progetti definiti, all’interno dell’organizzazione, e una chiara visione e controllo dell’evoluzione delle tecnologie e del mercato, dotandosi di una struttura operativa e di controllo adeguata e di competenze altrettanto adeguate e focalizzate.
La difficoltà oggi non è più solo identificare una visione e operare per realizzarla, ma immaginare i singoli passaggi necessari alla sua realizzazione, in una maniera granulare, dettagliata, ma flessibile, evitando di immettersi su strade a fondo chiuso, e mantenersi disponibile il più ampio spazio di manovra possibile.
Non è più il tempo delle strategie “set-it-and-forget-it”, che ahnno fatto grandi tante grandi aziende:nuove informazioni, esperienze e tecnologia cambieranno gli scenari molte volte prima che arrivi il “futuro” immaginato.
La flessibilità è la chiave.
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By Angelo Diego Bertini – CoFounder of DEVENIO srl
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